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Venerdì abbiamo fatto una passeggiata per il centro di Milano, dai Navigli al Cimitero Monumentale.
Siamo passati in mezzo alla movida dei locali sull’alzaia tra cori da stadio di turisti-tifosi nordici e poi ci è apparso un splendido tramonto sopra la nuova Darsena.
Abbiamo assistito allo spettacolo degli alberi da frutto in fiore dietro Sant’Eustorgio, mentre le facciate delle case signorili ci spiavano da ampie finestre con le loro luci accese.
Siamo passati dal Parco delle Basiliche alle spalle di San Lorenzo che ci ha salutati con la sua mole imponente e frastagliata e ci siamo immersi nelle viette del centro, strette, tortuose e senza marciapiedi, ma illuminate e pulitissime. Abbiamo scoperto l’installazione vegetale di Leonardo Nava sulla facciata di San Sisto e siamo approdati davanti a casa Morigi (ricordi onirici di quando era un contenitore d’arte e un edificio occupato).
In via Brisa la vista dei resti del Palazzo Imperiale è ora preceduta da delle quinte vegetali e tutto sembra così in ordine, pulito e luminoso…e forse un po’ freddo (come tutta la nuova Milano). Abbiamo attraversato corso Magenta e abbiamo incrociato un piccolo tratto di manifestazione per il clima, nonostante tutto, gioiosa, pacifica e colorata. Il coro dei bambini che canta incoraggiamenti alla terra che non lascerà ❤ mi è sembrato rendesse più bella questa Milano piena di smog.
Abbiamo attraversato le corti del Castello che quasi ci chiudevano dentro e al Parco Sempione abbiamo provato a salire sulla mia piccola bicicletta in due, come da ragazzi…solo che non siamo più così giovani, esili (soprattutto io) e temerari. E con l’aggravante di un pc pesantissimo nel cestino davanti il viaggio scricchiolante e zizzagante è durato solo qualche secondo, ma ci ha fatto ridere.
Prima di uscire dal Parco, di fianco all’Arena un gruppo di ragazzi ci si è avvicinato con una bottiglia di vetro in mano e io mi sono irrigidita subito, poi ci hanno chiesto in inglese se avessimo qualcosa per aprirla, perché aveva il tappo di sughero ed erano lì per festeggiare, ma senza un cavatappi…hai tirato fuori lo svizzero con il cavatappi incluso e li hai fatti felici, ci siamo salutati come vecchi amici tutti sorrisi, declinando l’invito a unirci a loro per un sorso.
Siamo sbucati a lato di ChinaTown, come sempre vivace e piena di gente, e siamo rimasti abbagliati dalle vetrate luminose della Fondazione Feltrinelli, lunga e diritta con il suo “tetto a punta”…una delle nuove architetture di Milano che più mi intriga, per forma, traccia, aspetto, progetto anche se non credo gli perdonerò mai di aver preso il posto di un grande e rigoglioso vivaio.
Abbiamo percorso un tratto di strada largo e corto che termina con la facciata del maestoso Cimitero Monumentale, con le sue geometrie precise, la pietra chiara, e le linee orizzontali.
In questa Milano ancora piena di traffico di auto e moto, con qualche bicicletta che consegna cibo d’asporto, che è la nostra ma ha un volto nuovo, che è Milano ma sembra un po’ estera che è piena di gente in manifestazione, ma anche nei locali e sulle strade, in questa Milano così vivibile e così caotica… ci siamo salutati, davanti a una fermata della metro ancora nuova e scintillante, e io sono stata felice e non so nemmeno il perché. E sono felice perché ho passeggiato con te. E mi sono sentita circondata di bellezza nonostante tutte le contraddizioni che può avere una città, nonostante tutte le contraddizioni che possiamo essere noi.
E dimmi è piaciuto così tanto anche a te?

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